giovedì 2 gennaio 2014

Chi è il vero "morto"?



 
Viviamo in un epoca in cui si applaudono soltanto autori defunti, che hanno lasciato tracce indelebili della loro storia con le proprie mani, scrivendo, componendo, mentre prima, erano soltanto degli “inadatti”. Hanno scritto poesie, poemi, musiche, racconti, saggi e storie meravigliose che il Mondo ha riconosciuto soltanto dopo la loro morte fisica. La domanda che mi pongo è: davvero la gente ha bisogno di morire per essere ascoltata? O il vero morto è la società che non riesce ad accorgersi di così tanta bellezza? 

Laura Sacchini