Sabato, 21
luglio 2012
Donne che…
Caro Diario,
anche se dovrei chiamarti blog, allora,
Caro Blog,
spesso la vita cambia margini, diventa
più stretta e più lunga e segue incessante il suo destino.
Non posso fermare il suo corso.
Il suo fiume è lento e calmo, il suo
silenzio è regnante, forte e deciso, allora mi siedo su una roccia grande,
bianca, in cima a questa montagna; voglio sedermi su questo mio Himalaya.
Non è il mio trono ma da qui capisco bene
ed osservo nei dettagli la mia esistenza.
Deve ancora farsi mattina, non è ancora
limpida questa mia visuale.
Cosa ho davanti?
Cosa si sta avviando qui davanti a me?
Cosa mi nasconde ancora questa notte
passeggera?
Che fame di sapere, di vedere, di
toccare..
Qual’ è il mio pensiero in questa notte
faticosa..?
Quali sintomi febbrili ancora da scoprire?
Perché parli poco Mamma?
“Mahori, resta canalizzata in te”, mi suggerisce Lei.
Mi sento come un piccolo monaco, un bimbo
che sta imparando il suo percorso di buddhismo e che seduto su quella roccia in
cima alla montagna, guarda, osserva incuriosito il paesaggio nuovo che si
estende davanti ai suoi occhi, forse ancora increduli e teneramente ingenui.
Non vedo ancora bene ma prendo per mano
quel piccolo buddha e mi faccio insegnare la strada.
E’ la mia meditazione contemplativa, il
mio silenzio e il mio risveglio.
La mia notte e il mio giorno.
Mi accorgo che è passato troppo poco
tempo, il sentiero è lungo eppure, mi sembra di avere già camminato abbastanza
in questo percorso di Donna per diventare Donna.
Ma appartengo ancora a quella età e a
quelle Donne che corrono coi lupi.
Al mio risveglio c’è senz’altro qualcosa
che mi rimarrà di questa mia corsa.
Attendo, restando dentro me, ferma,
decisa e in silenzio.
Quelle donne selvagge, libere, calme,
preziose, dolci, bellissime.
Quelle che profumano di buono, di sano.
Quelle che si muovono poco: pochi passi
ma tanta strada d’amore. Quelle donne belle che si svegliano e trovano il
momento di riconciliarsi con il mondo prima di scendere dal letto ogni mattina
e respirano aria pura nascondendosi dietro ad un sorriso certo. Quelle che non
invadono mai e che restano nel proprio cerchio di fuoco sacro.
Quelle donne coraggiose e instancabili.
Quelle amanti e quelle amate.
Quelle madri e quelle madri di tutti.
Ebbi un nuovo inizio, così da domattina.
Laura
“Talvolta il vuoto non è assenza, ma piuttosto
lunga gestazione. Per i parametri dell’Io la gestazione è sempre troppo lunga. Ma
per i parametri dell’anima, i tempi dell’attesa e dell’elaborazione interiore
che precede l’evidenza esteriore sono sempre quelli che devono essere”.
Clarissa Pinkola Estés
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