Venerdì, 27 luglio 2012
Sabbia e Mare
Ho il mare dentro..
Mi riempio le mani di sabbia e la lascio
scivolare via. Cerco di catturare con lo sguardo ogni granello, ogni luccichio
e quello che mi nasconde.
E ritorno con il pensiero al passato, a
quella bambina che perdeva le sue mani e il suo sguardo nel gioco silenzioso
con quella nuova compagna: la sabbia.
Creavo, toccavo, distruggevo e poi
rifacevo ancora e ancora, senza mai perderne il contatto.
Stava giocando con me, mi stava raccontando i
suoi segreti.
Quanti passi l’hanno calpestata senza
sapere, conoscere, guardare: è davvero così banale? Così scontato calpestarla
solamente?
Eppure per molti lo è.
La luce che vedo è accecante, mi
coinvolge e mi riporta a sé.
E’ maestoso e grande questo concilio. Il
Sole c’è, c’è ancora e mi sta guardando,
mi sta sollevando.
Non si può capire il gioco delle sue
onde, dei suoi raggi se non ci si spoglia completamente dell’armatura che
spesso ancora si indossa.
Così capita che a volte si prendano dei lunghi
bagliori e si diventa ciechi; non chi il sole lo ha negli occhi però.
Un vagabondo viaggia nel nostro cammino
domandandoci la direzione: “la mia strada non è la tua, posso soltanto mostrarti
la via, ma questo è il mio percorso, la mia svolta, non la tua”.
L’esperienza porta in sé nuovi vantaggi:
quello di conoscersi ancora e ancora sino ad esplorare le nostre profondità
ancora nascoste.
Laura
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